SAN GIOVANNI

San Giovanni San Giovanni San Giovanni

Di origine altomedievale, il castello montano di San Giovanni ha una forma circolare è costruito su un dislivello terrazzato aggrappato al Subasio. Nell’XI secolo i vicini camaldolesi Di San Silvestro vi costruirono una chiesetta dedicata a San Giovanni e in suo onore il castello abbandonò il nome di Manciano assumendo il nome del Santo.
Le cronache degli Olorini riferiscono che a San Giovanni, San Francesco operò due miracoli quando con il loto e il fango donò la vista a Beatrice, sorella del custode del castello, cieca dalla nascita che successivamente vestì il velo presso il convento di Vallegloria vecchio.
Nel corso dei secoli San Giovanni subì varie devastazioni legate alle vicende per il possesso della Rocca Paida la cui proprietà fu a lungo contesa tra Spello ed Assisi.
La chiesa di San Giovanni si trova nella parte alta del castello ed è ad un’aula semplice con tetto a capanna. Le campane originarie furono colpite da un fulmine e vennero sostituite grazie all’interessamento del parroco Virgilio San Palmieri e con le offerte dei fedeli.
La facciata esterna oggi è ornata con una maiolica di Deruta ritoccata con l’aggiunta della figura del Santo e il paese sullo sfondo.
Ogni anno il 24 giugno viene organizzata a San Giovanni una grande festa con richiamo di un notevole flusso di persone.
Oggi il castello di San Giovanni è ben conservato, grazie ad una imponente opera di restauro conservativo ed è mèta di numerosi visitatori e pellegrini.

L'ANTICO MOLINO AD ACQUA DI VALENTINO

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E’ uno dei luoghi più suggestivi ed emozionanti del monte Subasio, mèta di tanti visitatori, che si trova sotto il castello di San Giovanni. Costruito nel 1861, si tratta di un antico molino ad acqua che prende il nome dalla famiglia Buccilli, proprietari attuali che ancora oggi sfornano pane e dolci dell’antica tradizione locale, con l’utilizzo di materie prime e tecniche antiche.
Inizialmente il mulino era alimentato soltanto dall’acqua del fosso dell’Anna nel quale confluivano le acque dei versanti di Nottiano e Armenzano. A causa della portata irregolare del torrente fu poi costruita una raccolta nella quale venne incanalata anche l’acqua del fosso del Ranno proveniente da Colpernieri che permise di alimentare due macine, una per il grano e un’altra per il granturco.