COS'E'?

I terrari sono come piccoli mondi incantati all'interno di contenitori di vetro, dove la vita vegetale crea un ecosistema autonomo e affascinante. Questi giardini in miniatura, nati quasi per caso nel XIX secolo, oggi rappresentano una tendenza sempre più diffusa nell'arredamento d'interni, unendo la passione per le piante alla decorazione domestica. Il terrario è una tecnica di coltivazione che prevede il posizionamento di piante all'interno di contenitori di vetro, solitamente sigillati con un coperchio. Questi piccoli ecosistemi replicano il ciclo naturale della vita vegetale grazie al processo di fotosintesi: le piante continuano a produrre ossigeno e anidride carbonica, mentre il vapore acqueo rilasciato dalla respirazione si condensa sul vetro, ricadendo poi al suolo per nutrire le radici. Inoltre, le foglie che cadono e si decompongono nel terrario contribuiscono a fertilizzare il terreno, rendendo questo micro ambiente completamente autosufficiente.
In sintesi, il terrario è un vero e proprio universo in miniatura, isolato dall'ambiente esterno e capace di prosperare autonomamente.
Esistono due tipi di terrario:
Il terrarium chiuso è dotato di un coperchio che consente di sigillarlo ermeticamente. L'umidità si accumula all'interno, creando un ecosistema autosufficiente e separato dall'esterno. È l'ideale per le piante che prosperano in ambienti molto umidi, come quelle di origine tropicale.

Il terrarium aperto è più adatto alle piante secche, come piante grasse, succulente e cactus. In questo caso, sarà necessario intervenire ogni tanto con delle annaffiature.

Si nota come tra un terrario aperto e chiuso, ben il 60% preferisce creare un terrario chiuso!
CENNI STORICI

Per scoprire come è nato il terrario dobbiamo tornare indietro nel tempo fino alla scoperta delle Americhe. Con l’aperture di nuove rotte navali e il crescere di nuovi commerci, anche il desiderio di trasferire piante dal nuovo al vecchio continente crebbe. Le lunghe traversate in mare non erano esenti da problemi per la vegetazione, tanto che poche specie sopravvivevano al viaggio. Tutti abbiamo sentito far cenno all’ammutinamento del Bounty: non tutti sanno che accadde per via del razionamento dell’acqua dovuto alla necessità di annaffiare costantemente le piante imbarcate, per evitarne la morte! Fu nel 1829 che, per caso, l’inglese Nathaniel Bagshaw Ward inventò il Terrarium. Le cronache riportano che il Terrarium nacque in questo modo: Ward trovò una crisalide di falena durante una sera d’estate. La spostò all’interno di un vaso sul cui fondo aveva messo un pugno di terra, chiuse il vaso con un coperchio e si preparò a vedere nascere l’esemplare adulto di falena qualche giorno dopo. Ciò che trovò in seguito lo sbalordì: all’interno del barattolo non c’era nessuna falena, ma una diffusa muffa al centro della quale spuntava una Felce Fern. Ward si rese conto che in un ambiente sigillato, o per meglio dire in un contenitore di vetro sigillato, una pianta era in grado di condurre il proprio ciclo vitale in modo quasi del tutto autonomo. Le Wardian Case furono dunque i primi Terrarium della storia: contenitori ermetici all’interno dei quali le piante potevano sopravvivere a lungo e con pochissime cure. Piante esotiche fecero dunque la loro comparsa con frequenza in Europa, custodite nei precursori dei Terrarium inventati da Ward.